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Il Lighting concept per la Chiesa di San Pietro a Trapani

La Chiesa sembra essere la prima basilica fondata su suolo trapanese. Secondo la tradizione orale, si dice che sia stato il primo luogo di culto cristiano costruito a Trapani, sopra un preesistente tempio pagano che, dopo la visita di San Pietro durante i primi processi di cristianizzazione e di evangelizzazione, è diventato un luogo di culto.

Nel corso dei secoli, l’originale recinto sacro è stato soggetto a numerosi interventi di riconversione e riedificazione, con l’obiettivo di soddisfare le crescenti pratiche di culto. Durante il dominio di diversi sovrani e imperatori, molti sono stati gli interventi e gli architetti di rilievo che vi sono intervenuti.
La prima riedificazione e l’ampliamento successivo sono documentati come opere del conte Ruggero I d’Altavilla nel 1076. In seguito a questi eventi, alla chiesa è stata concessa la dignità arcipretale e il titolo di collegiata. Dopo l’ultima riedificazione avvenuta nel 1775, la Chiesa ha assunto un aspetto simile a quello attuale, caratterizzato da una struttura basilicale a cinque navate, unica nel suo genere a Trapani.
Durante questa nuova fase di costruzione, nel 1753 sono state aggiunte la cantoria, la Cappella del Santissimo e il Battistero. Allo stesso tempo, l’organo è stato restaurato e sono state aperte due porte laterali rispetto a quella principale. Nel 1736, la Chiesa è stata elevata al titolo di Collegiata e ha ottenuto il riconoscimento di Basilica.

La struttura basilicale è coronata da una cupola costolonata con nervature realizzate in tufo, seguendo la tradizione locale. Alcune delle cupole più piccole che sovrastano le cappelle laterali delle navate conservano ancora il rivestimento settecentesco fatto di scaglie di ceramica giallo-verde. Le facciate appaiono semplici ma impreziosite dai portali d’ingresso, eseguiti con abilità nel Settecento.

Lighting Concept

La scelta progettuale è quella di ottenere diversi piani di illuminamento e un effetto di profondità spaziale rendendo riconoscibili tutti gli elementi tipologici della Chiesa.
Per dare risalto alla colorazione delle maioliche e restituire in modo puntuale le cromie che caratterizzano gli elementi del manufatto, sono stati impiegati apparecchi con temperatura di colore pari a 3000K, luce neutra che non altera il colore naturale dei materiali.

Il progetto ha previsto un bilanciamento degli illuminamenti tale che l’illuminazione sia ben distribuita e che non appiattisca la visione complessiva. Per tale motivo la distribuzione della luce è stata gestita in base al rapporto tra le luminanze e la gerarchizzazione degli elementi architettonici.

Il lighting concept ha voluto creare giochi di luce portando in primo piano alcune porzioni e lasciandone una parte in penombra, a creare così una scena tridimensionale dove tutti gli elementi siano ben leggibili.  Ad esempio, le cupole minori sono illuminate in proiezione solo su un fianco, mentre la parete finestrata della navata centrale, che fa da sfondo alle cupole, è illuminata in maniera omogenea dal basso. La parte delle cupole che rimasta in ombra, ponendosi in “controluce”, le rende interamente percepibili, donando alla struttura il dinamismo che conserverebbero con la luce naturale.

Ogni gruppo di apparecchi è studiato e destinato ad ottenere un preciso effetto sulla superficie che illumina. Per fare questo, i punti di installazione sono stati previsti in maniera che ciascun proiettore sia dotato di una specifica ottica e apertura del fascio che, tramite la triangolazione dei puntamenti, copra la superficie da illuminare con precisione.

I proiettori impiegati hanno, per ragioni di comfort visivo e ottimizzazione nella dispersione del flusso, l’ottica arretrata rispetto al bordo esterno dell’apparecchio, con ampio angolo di schermatura e sono dotati di accessori antiabbagliamento così da evitare fastidiosi riverberi causati da una sorgente luminosa troppo esposta.  

Gli apparecchi illuminanti impiegati sono di due tipologie: i proiettori, Palco InOut iGuzzini, declinati per una illuminazione in proiezione in varie dimensioni e relative potenze ed apparecchi lineari Linealuce sempre de iGuzzini, caratterizzati da ottiche che collimano il fascio permettendo di illuminare fino a grandi altezze. Quest’ultimi sono dedicati all’illuminazione d’accento della parete della navata che funge da quinta per le cupole minori rendendone leggibile il fianco lasciato in penombra.

I proiettori selezionati per il progetto rispondono quindi a importanti caratteristiche tecniche e meccaniche tra cui la presenza dell’alimentazione e della tecnologia DALI a bordo del corpo illuminante.  Le ottiche scelte caratterizzate da fascio stretto e fascio ellittico, sono molto precise e permettono di concentrare l’illuminamento dove serve senza alcuna dispersione. La buona resa cromatica della sorgente (CRI 80) permette inoltre di avere una restituzione della visione reale del colore dei materiali illuminati senza distorsioni cromatiche. Le ottiche ellittiche impiegate sono inoltre regolabili, possono essere infatti ruotate per accompagnare in modo estremamente preciso la forma della superficie che si intende illuminare.

Questo espediente è stato utile per illuminare le cupole minori e la cupola maggiore e conferire un effetto di chiaro-scuro. La doppia orientabilità permette una rotazione del vano ottico di 360° attorno l’asse verticale e una inclinazione di 90° sul piano orizzontale, questo offre maggiore flessibilità e varietà di installazione. Sono inoltre dotati di blocchi meccanici del puntamento sia per la rotazione sull’asse verticale che rispetto al piano orizzontale, questo garantisce che mantengano la loro posizione e il puntamento non subisca variazioni nel tempo.  Gli apparecchi sono da progetto suddivisi per categorie in base alla dimensione, alla potenza e all’output.