In occasione di Key Energy 2024 – The Italian Exhibition Group – abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Nicoletta Gozo, Responsabile Roll Out Tecnologico di ENEA e Roberta Pezzetti, Direttore del Centro di Ricerca SMARTER e docente dell’Università degli Studi dell’Insubria. Abbiamo esplorato l’evoluzione del concetto di Smart City nel quadro degli obiettivi della transizione digitale, raccontando il progetto “Laboratorio a cielo aperto” in via di sviluppo presso il Comune di Pitigliano, iniziativa che vede coinvolto un network di stakeholder del mondo della ricerca e dell’innovazione di mercato. Tra gli strumenti gestionale di nuova generazione, in sperimentazione nell’ambito del progetto, rientra l’Urban Check-Up Model che permette la valutazione del livello di innovazione del Comune.
A Pitigliano attualmente è in fase di realizzazione un progetto di innovazione urbana sperimentale pensato per i piccoli comuni e i borghi, di cosa si tratta esattamente? Potremmo definirlo un progetto pilota volto a definire uno standard minimo di innovazione urbana applicabile in altri contesti?
Nicoletta Gozo: Pitigliano “Laboratorio a cielo aperto” è un progetto di innovazione urbana sperimentale. ENEA e Open Fiber, assieme ad una serie di stakeholder -tra i quali l’Università dell’Insubria -stanno studiando, sviluppando, sperimentando e monitorando un set di tecnologie e servizi innovativi volti ad abilitare una gestione del territorio e dei servizi funzionale alle caratteristiche del Comune e alle esigenze dei suoi cittadini.
In sostanza, si sta proponendo al Comune l’adozione di un modello gestionale di nuova generazione, che si avvale della possibilità di disporre di una grande quantità di dati e informazioni e di soluzioni digitali. Tale asset informativo consente al Comune di disporre di una fotografia – statica e dinamica – del contesto territoriale in termini di infrastrutture, servizi, criticità e esigenze quale base per lo sviluppo di servizi puntuali che rispondono ad una logica “on demand”. Tale approccio metodologico e gestionale è funzionale ai processi di innovazione urbana in chiave Smart City, vale a dire un modello di città intelligente in grado di rispondere, in quel preciso momento storico, alle esigenze dei suoi cittadini in funzione delle sue specifiche caratteristiche e della sua vocazione.
Durante lo sviluppo di questo importante progetto, quali sono state le sfide emerse e di conseguenza la metodologia utilizzata?
Nicoletta Gozo: La sfida principale è stata quella costituire il network di soggetti, pubblici e privati, funzionali allo sviluppo e alla realizzazione del progetto, soggetti che gratuitamente stanno mettendo a disposizione professionalità e tecnologie confrontandosi tra loro e collaborando attivamente per individuare le soluzioni più adeguate. La seconda sfida in corso è individuare il modello amministrativo e operativo che consenta al Comune di poter usufruire delle soluzioni tecnologiche proposte e agli operatori coinvolti di intervenire sul territorio, sotto la guida di un partner scientifico (ENEA) e di un partner privato (Open Fiber), rendendo replicabile il prototipo di Pitigliano su altri piccoli borghi. La terza sfida attiene al coinvolgimento dei cittadini e dell’amministrazione comunale, elemento indispensabile sia per la riuscita del progetto, sia per la sua crescita nel lungo termine.
Parlando di aziende, qual è stato il ruolo di City Green Light e in che modo sta collaborando?
Nicoletta Gozo: City Green Light è un partner storico di ENEA, la cui collaborazione risale a quindici anni fa e che si è sviluppata attraverso una serie di progetti innovativi e sfidanti. Tra questi, il progetto principale che vede City Green Light tra gli sviluppatori, è il PELL (Public Energy Living Lab). Si tratta di una soluzione metodologica e tecnologica che ha introdotto uno standard minimo di conoscenza, monitoraggio e valutazione delle infrastrutture particolarmente energivore, a partire dalla pubblica illuminazione. La scheda censimento PELL degli impianti di illuminazione pubblica e la piattaforma sviluppata mettono a disposizione della PA e del mercato una fotografia statica e dinamica del singolo impianto e una serie di indicatori di prestazione e stato, oltre a una serie di servizi per il Comune e per i gestori degli impianti.
In merito all’Urban Check-Up Model, perché possiamo parlare di avanzamento significativo nell’analisi e nella gestione degli asset urbani?
Roberta Pezzetti: L’Urban Check-Up Model si inserisce in questo contesto di transizione digitale delle città che deve essere affiancato da percorsi culturali dedicati tanto all’amministrazione per la gestione dei servizi urbani che dei cittadini, per la fruizione degli stessi. Il processo di digitalizzazione dei servizi, infatti, se da un lato abilita il Comune ad una conoscenza più approfondita dello stato delle sue infrastrutture e servizi, dall’altro necessita di strumenti gestionali di nuova generazione fondati sulla corretta acquisizione e gestione dei dati. L’Urban Check-Up Model nasce dall’esigenza di mettere il Comune nella condizione di conoscere e monitorare nel tempo il proprio livello di innovazione dei servizi urbani, in relazione alle effettive esigenze del contesto, proponendo un modello di mappatura e di analisi dei dati presenti sul territorio funzionale a guidare scelte di innovazione, di efficientamento energetico e gestionale. Lo strumento è integrato da un modello di gap analysis che permette, a valle della compilazione delle schede censimento, di ottenere una fotografia esaustiva dei dati non disponibili, ma indispensabili ai fini di una gestione del servizio in chiave “service on demand”, guidando i percorsi di innovation. La metodologia di analisi standardizzata sarà integrata con una scheda di sintesi delle caratteristiche del singolo Comune al fine di pervenire ad una analisi dei gap customizzata rispetto al singolo contesto urbano.
In che modo l’Università, in collaborazione con aziende ed enti di ricerca, ha contribuito in modo determinante a favorire un avanzamento verso la Smart Land attraverso l’implementazione dell’Urban Check-Up Model?
Roberta Pezzetti: La collaborazione tra enti di ricerca e imprese è imprescindibile quando si innovano gli strumenti di conoscenza e gestionali. L’Urban Check-Up Model nasce come strumento rivolto ai Comuni funzionale a d accrescerne la capacità di lettura e di valutazione del territorio amministrato, guidando le scelte di innovazione. La transizione dei contesti urbani in chiave smart city apre all’innovazione dei rapporti tra mondo della ricerca scientifica e mondo delle imprese, attraverso percorsi di collaborazione in grado di attivare sinergie innovative. In questo contesto si inserisce la collaborazione con City Green Light, che nella prima fase di sviluppo della metodologia ci ha permesso di testare lo strumento su alcuni Comuni pilota, e che oggi sta sviluppando il tool UCUM, in stretta collaborazione con ENEA. La messa a disposizione da parte di City Green Light di risorse finanziarie e di competenze manageriali su questo progetto di ricerca scientifica è indicativo di una visione strategica che sottende la volontà di contribuire ad un avanzamento della conoscenza, a beneficio dell’intero sistema paese.